Derivato dallo san-hsien cinese, lo shamisen approda in Giappone tra il XV e il XVI secolo, migrando attraverso le isole Ryukyu per divenire
La storia della cetra si perde tra i miti dell’antichità classica e le storie bibliche, al punto da venir definita nelle varie epoche e nelle sue varie forme con nomi assai simili, ma diversi. Dal punto di vista della classificazione degli strumenti, considerando quelli con le corde, viene definito cetra tutto ciò che non è nè arpa, in cui le corde sono posizionate perpendicolarmente rispetto al risuonatore, nè liuto o lira, in cui le corde, che corrono parallele alla cassa armonica, se ne allontanano attraverso un manico per essere tastate, pizzicate, strofinate. In questo senso le cetre si trovano sparse per il mondo in gran varietà e sono ben rappresentate nelle sale di questo museo, provenienti dai paesi dell’estremo Oriente, dalla Turchia, dall’India.
Di questa grande famiglia, le cetre esposte nella vetrina e nei cassetti di questa sala rappresentano alcuni modelli europei, diffusi nei Paesi del Nord, e anche, soprattutto, nella zona dell’arco alpino tra Austria, Svizzera, Boemia, Baviera. Alcune hanno conservato la forma trapezoidale del salterio medievale, da cui derivano, altre ne hanno ammorbidito un lato. Presentano circa trenta corde per l’accompagnamento, di colori diversi per facilitare l’orientamento dell’esecutore, e generalmente cinque corde per la melodia. Vengono tenute appoggiate sulle ginocchia del musicista o su di una tavola.
Anton Karas: Harry Lime theme dalla colonna sonora del film Il terzo uomo di Orson Wells. Dieter Vensler, zither
Derivato dallo san-hsien cinese, lo shamisen approda in Giappone tra il XV e il XVI secolo, migrando attraverso le isole Ryukyu per divenire
Strumento arcaico, presente in tutte le antiche culture del bacino del Mediterraneo, ma assai diffuso anche in altre zone del mondo, dall’Africa, all’Asia