Nella ditta bolognese di Giovanni Racca (Monasterolo di Savigliano 1832 – Bologna 1902) si produce, a incominciare dal 1886, un modello di pianoforte
L’uso di battere con mazzuoli delle tavolette di legno è senz’altro molto antico e risale ai primordi dell’espressione musicale. In origine le tavole di legno, in numero ridotto, potevano essere tenute semplicemente tra le gambe stese di un suonatore seduto e una buca scavata nel terreno poteva costituire una rudimentale cassa di risonanza. Strumenti simili a quello esposto in vetrina sono più evoluti e sono tutt’oggi diffusissimi nel continente africano, soprattutto nella zona centrale e occidentale, nonchè in America centro-meridionale, a seguito delle deportazioni di schiavi africani. In Africa è uno degli strumenti legati alla tradizione dei griots, ovvero di quelle figure di cantastorie, poeti, sacerdoti, stregoni, saggi così importanti per la conservazione orale della memoria e delle tradizioni degli antenati in alcune comunità dell’Africa sub-sahariana.
Si tratta di uno xilofono in cui le barrette, intonate e ordinate a formare una scala, sono fissate alle due estremità ad un supporto che le sorregge. Generalmente sotto ogni tavoletta viene posizionato un risuonatore fatto di guscio di frutto essiccato. In molti casi esso è ricoperto a sua volta da una membrana (alle volte fatta del materiale che ricopre e tiene insieme le uova dei ragni), la cui sollecitazione produce un ronzio caratteristico. Viene suonato spesso in gruppi di almeno due esecutori e accompagna la danza e il canto.
Estratto di un documentario realizzato da Philippe Nasse per Salon de Musique
Nella ditta bolognese di Giovanni Racca (Monasterolo di Savigliano 1832 – Bologna 1902) si produce, a incominciare dal 1886, un modello di pianoforte
Kin, strumento antichissimo della tradizione musicale cinese, è legato ai rituali e alle cerimonie della corte imperiale. Dentro le mura del palazzo veniva