Oltre ad essere il tipico strumento della tradizione sarda, che da sempre accompagna feste popolari, riti religiosi, danze, è uno dei più antichi
Il gusle è uno strumento balcanico, diffuso tra i popoli slavi del sud, dalla Serbia, alla Croazia, alla Cecoslovacchia, alla Bulgaria, alla Russia meridionale. E’ lo strumento popolare serbo per eccellenza, fin dal XIII-XIV secolo. Il guslar è il suo suonatore, compone poemi e melodie, investito di un’aura quasi sacra e canta, con melodie monotone e lamentose, le gesta degli eroi dell’epopea contro i Turchi, ma anche storie a sfondo mitologico, familiare, rituale, amoroso.
Si tratta di un cordofono monocorde, la cui cassa, ricoperta di pelle animale, viene intagliata nel legno, solitamente d’acero, con grande maestria e ricchezza figurativa. Il manico è spesso scolpito con animali simbolici e sul fondo della cassa non mancano segni, stemmi, richiami al mondo vegetale e animale. La sua unica corda, costituita di trenta crini di cavallo, viene strofinata da un archetto di forma molto ricurva, anch’esso in crini di cavallo. Viene trattenuta da un grande pirolo e la sua accordatura è adattata alla tessitura vocale del musico.
Alcuni studi condotti negli anni Trenta del ‘900 a Harvard da Milman Perry hanno individuato il binomio gusle/guslar come l’equivalente di quello che doveva essere stata nell’antichità la modalità di diffusione, trasmissione orale e conservazione dei poemi omerici.
Tutt’oggi il gusle è assai diffuso nella zona della Bosnia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Macedonia e fin verso l’Ucraina.
Oltre ad essere il tipico strumento della tradizione sarda, che da sempre accompagna feste popolari, riti religiosi, danze, è uno dei più antichi
Dal punto di vista strettamente organologico sono “flauti” tutti quegli strumenti aerofoni nei quali il soffio dell’esecutore viene immesso nel canneggio, per far