Dal punto di vista strettamente organologico sono “flauti” tutti quegli strumenti aerofoni nei quali il soffio dell’esecutore viene immesso nel canneggio, per far
Strumento tipico del folklore russo, la balalaika viene utilizzata tanto in esecuzioni solistiche, quanto in complessi strumentali. Spesso accompagna le voci dei cori, ma la si trova anche in piccoli ensemble o in grandi compagini orchestrali.
Storicamente deriva dalla domra, un liuto a manico lungo tipico delle regioni dell’Asia Centrale (la Mongolia, ma soprattutto il Kazakistan), che ha forma a pera e due sole corde.
La sua diffusione nella Russia intera, la porta ad assumere con il tempo, stabilizzandosi a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il suo attuale aspetto a forma triangolare, con fondo poco panciuto a doghe, che, come si vede nella vetrina, sono generalmente sei.
Ha tre sole corde, che vengono pizzicate con le dite nude o con un plettro.
Esistono balalaike di diverse dimensioni per coprire vari registri. La balalaika più diffusa, che è anche quella visibile in più esemplari nelle sale del museo, è la “prima”, ma ne esistono una misura più piccola, l’ “acuta”, e quattro più grandi: la “seconda”, l'”alto”, il “basso” e il “contrabbasso”.
Dal punto di vista strettamente organologico sono “flauti” tutti quegli strumenti aerofoni nei quali il soffio dell’esecutore viene immesso nel canneggio, per far
Diffusa in molte regioni dell’Africa centrale, la zanza è nota con diversi nomi a seconda del suo luogo di origine: sanza, mbira, kalimba,