Anche lo sho, come la maggior parte degli strumenti della tradizione giapponese, proviene dalla Cina, dove troviamo il suo antenato, lo sheng. Si
Diffusa in molte regioni dell’Africa centrale, la zanza è nota con diversi nomi a seconda del suo luogo di origine: sanza, mbira, kalimba, ulimba, pokido… In Europa è nota con il nome di thumb-piano, pianoforte a pollice. La si trova anche in America centro-meridionale, dalle Antille al Brasile, dove è arrivata con le deportazioni di schiavi dall’Africa.
Si tratta di un idiofono a lamelle intonate ed esiste in infinite varietà. Le lamelle possono essere in metallo, ma anche in fibre vegetali elastiche, come il bambù. Sono disposte in numero che varia da 4 o 5 fino anche a 40 o 50, in modo da formare una o più tastiere, che vengono eventualmente sovrapposte. Fissate ad un’estremità ad un risuonatore che ne amplifica il suono, lasciano libera l’altra parte del corpo vibrante. Anche per il risuonatore vengono usati i materiali più disparati: legno, terracotta, carapaci di tartaruga, latta, zucche essiccate, in forma di scatole, vasi, tavolette o contenitori di svariate dimensioni.
Lo strumento viene tenuto in mano dall’esecutore, che usa i pollici, o in alcuni casi anche gli indici, per far vibrare le lamelle pizzicandole. L’intera zanza è tenuta alle volte all’interno di un risuonatore più grande che ne amplifica ulteriormente il suono.
La sonorità che ne deriva risulta particolarmente delicata ed è oggetto di esecuzioni di grande virtuosismo.
Anche lo sho, come la maggior parte degli strumenti della tradizione giapponese, proviene dalla Cina, dove troviamo il suo antenato, lo sheng. Si
È la viola tipica dell’India del Nord, presente nella regione dell’Hindustan sicuramente a partire dal XVIII secolo. Viene utilizzato come strumento solista, ma