Appartenente alla famiglia dei liuti con il manico corto, il pipa è uno strumento della tradizione cinese già noto a partire dal IV-V
Strumento popolare diffuso in vaste aree del mondo, dall’Europa, all’Africa settentrionale, ai paesi islamici, fino all’India. Penetrata nel mondo greco-romano dal vicino Oriente, la sua presenza è senz’altro attestata in Europa almeno a partire dall’età Imperiale dell’antica Roma: lo storico Svetonio nel I sec. d.C. attribuisce all’Imperatore Nerone la capacità di suonarla. La sua maggiore diffusione avviene intorno al XIII e XIV secolo, epoca cui risalgono molte documentazioni iconografiche che la rappresentano in varie forme. Nella Francia aristocratica prerivoluzionaria, tra il XVII e XVIII secolo ne viene usato un elegante modello, la musette, che ben si intona al mondo pastorale, bucolico, mitologico legato all’antichità classica e richiamato in vita dalla moda dell’epoca. In area anglosassone ha continuato per secoli, e conserva tutt’oggi, la sua funzione nell’ambito della vita sociale e militare.
Esiste in molte varietà, che si distinguono per alcune caratteristiche organologiche.
Si tratta in ogni caso di un aerofono a sacco: l’aria viene insufflata cioè in una sacca che funge da serbatoio e che, una volta riempita, viene compressa dal suonatore provocando un suono continuo, senza pause per la ripresa del fiato. Il sacco è in pelle di pecora, o montone, o capra opportunamente trattata con sale e cenere e le canne in legno ne fuoriescono, più o meno numerose, dai fori naturali lasciati dagli arti o dal collo dell’animale. Alcune di queste canne hanno dei fori che vengono tastati dall’esecutore, producono la melodia e vengono definite chanter (canne del canto). Altre invece non sono forate: esse emettono un suono unico e fungono perciò da bordone e da supporto armonico. All’interno delle canne sono posizionate le ance, doppie in alcune varietà, semplici in altre.
In questa sala sono esposti molti modelli diversi, di varia provenienza. I nomi che le contraddistinguono (zampogna, diple, mih, piva, gaita, cornamusa…) fanno anche riferimento all’area geografica di origine.
Con il termine zampogna si intende uno strumento diffuso in varie zone dell’Italia meridionale, dotato di più canne, fuoriuscenti tutte da uno stesso foro della sacca e tenute contemporaneamente tra le mani del musico. E’ uno strumento polifonico, in quanto le canne forate sono più d’una. Spesso viene suonata insieme ad altri strumenti.
Con il termine cornamusa si fa riferimento invece ad uno strumento dotato di un’unica canna per il canto, mentre le altre producono ognuna un unico suono. E’ perciò uno strumento monodico. Una nota cornamusa è quella scozzese, chiamata bagpipe, anch’essa presente in una vetrina della stessa sala. Le canne escono dal sacco ognuna da un foro diverso e solo il chanter viene tenuto in mano dall’esecutore, mentre le altre canne vengono appoggiate ad una spalla e tenute legate fra loro per mezzo di un nastro.
Appartenente alla famiglia dei liuti con il manico corto, il pipa è uno strumento della tradizione cinese già noto a partire dal IV-V
Oltre ad essere il tipico strumento della tradizione sarda, che da sempre accompagna feste popolari, riti religiosi, danze, è uno dei più antichi