Strumento arcaico, presente in tutte le antiche culture del bacino del Mediterraneo, ma assai diffuso anche in altre zone del mondo, dall’Africa, all’Asia
Kin, strumento antichissimo della tradizione musicale cinese, è legato ai rituali e alle cerimonie della corte imperiale. Dentro le mura del palazzo veniva spesso usato insieme ad altri strumenti o abbinato alla danza e al canto.
Appartenente alla famiglia delle cetre lunghe, presenta tavola armonica arcuata e fondo piatto, che simboleggiano rispettivamente il cielo e la terra. Uniti all’esecutore che suona, essi costituiscono l’immagine dell’armonia esistente fra l’Uomo, il Divino e il Creato.
Dotato di un solo ponticello situato nella parte larga dello strumento, su cui passano le 7 corde in seta ritorta, possiede 13 tasti segnati su un lato della tavola armonica.
Viene suonato pizzicando le corde con una mano, mentre le dita dell’altra scorrono sulle corde, ottenendo un caratteristico effetto di glissando.
Nella stessa sala, appesi alla parete, si possono osservare altri due strumenti derivati dal kin (o ch’in) cinese: il kayagum coreano e il koto giapponese.
Quest’ultimo si differenzia dal suo antenato cinese soprattutto per la presenza di numerosi ponticelli su cui passano le corde. La loro caratteristica è di essere mobili: l’esecutore può quindi spostarli per ottenere di volta in volta l’accordatura desiderata.
Strumento arcaico, presente in tutte le antiche culture del bacino del Mediterraneo, ma assai diffuso anche in altre zone del mondo, dall’Africa, all’Asia
L’epoca di maggior splendore del fortepiano è stata quella compresa fra la seconda metà del 1700 e i primi trent’anni del 1800, cioè