Diffusa in molte regioni dell’Africa centrale, la zanza è nota con diversi nomi a seconda del suo luogo di origine: sanza, mbira, kalimba,
Strumento arcaico, presente in tutte le antiche culture del bacino del Mediterraneo, ma assai diffuso anche in altre zone del mondo, dall’Africa, all’Asia Centrale, al Medioriente, all’India, alla Russia, all’America Latina.
Nella sua lunga storia è stata usata per i generi più diversi, dai rituali religiosi, alla musica militare, nei banchetti di corte o per accompagnare i cantori di storie e leggende, come solista o in complessi strumentali.
Con il termine arpa si intende un cordofono di forma per lo più triangolare, con le corde posizionate perpendicolarmente rispetto alla cassa di risonanza. Esiste in moltissime varietà, distinte secondo la posizione che assume l’esecutore rispetto allo strumento, l’accordatura e il numero di corde, il modo con cui esse vengono pizzicate.
Lo strumento ottocentesco dalle decorazioni neo-gotiche conservato in questa sala proviene dalle collezioni della baronessa Anna Sartorio. Esso è già fornito del meccanismo che caratterizza la moderna arpa europea, brevettato nel 1812 a Parigi da Sébastien Erard: si tratta di 7 pedali, corrispondenti alle 7 note, collegati ciascuno a due perni rotondi ben visibili nella parte alta dello strumento. Ogni singola corda passa attraverso due di questi dischetti, la rotazione dei quali, azionata dai pedali, consente di modificare la tensione delle corde e di conseguenza l’altezza dei suoni. L’ottavo pedale presente in questo modello, piuttosto inusuale, viene utilizzato per aprire e chiudere la serie di sportelli visibili sulla cassa armonica, aumentando o diminuendo il volume del suono. Le corde dell’arpa moderna sono di diverso colore per permettere all’esecutore un più rapido orientamento: il rosso corrisponde al do, il blu al fa.
Diffusa in molte regioni dell’Africa centrale, la zanza è nota con diversi nomi a seconda del suo luogo di origine: sanza, mbira, kalimba,
Derivato dallo san-hsien cinese, lo shamisen approda in Giappone tra il XV e il XVI secolo, migrando attraverso le isole Ryukyu per divenire