Gli ultimi vent’anni del XIX secolo e i primi venti del XX vedono fiorire alcune invenzioni straordinarie nell’ambito della ricerca sulla riproduzione del
Diffuso in gran parte dell’Europa e di probabile provenienza mediorientale, la ghironda è ancora oggi molto usata in vari paesi: la si trova in Scandinavia, in Francia, nella penisola iberica, in Italia, in molti paesi dell’est come
l’Ucraina, la Polonia, la Russia.
La prima rappresentazione iconografica di uno strumento identificabile come antenato della ghironda è probabilmente quella che si trovava a Vercelli sul pavimento musivo della basilica, oggi non più esistente, di Santa Maria Maggiore. O forse la si può individuare in una figura posta a bassorilievo sul portale della cattedrale di Santiago di Compostela. Entrambe le immagini, ad ogni modo, risalgono al XII secolo e testimoniano l’esistenza di uno strumento, chiamato organistrum. Veniva usato per la musica sacra come strumento polifonico ed era tanto grande da dover essere suonato da due persone contemporaneamente: l’una per azionare la ruota, l’altra alla tastiera.
Un secolo più tardi lo ritroviamo ridotto di dimensioni con il nome di symphonia. Diventato più maneggevole e uscito dalle chiese, diventa lo strumento di accompagnamento di cantori girovaghi e menestrelli, assumendo la sua peculiarità di strumento popolare e molti nomi diversi.
Si tratta di un cordofono in cui le corde vengono strofinate per mezzo di una ruota a manovella, producendo un caratteristico suono continuo. Possiede alcune corde per la melodia, la cui porzione vibrante viene determinata dalla pressione sui tasti ben visibili all’esterno. Altre corde fungono da bordone: una in particolare è collegata ad un meccanismo che consente di realizzare una sorta di ronzio ritmico, determinato dalla rotazione della manovella.
Gli ultimi vent’anni del XIX secolo e i primi venti del XX vedono fiorire alcune invenzioni straordinarie nell’ambito della ricerca sulla riproduzione del
Strumento tipico del folklore russo, la balalaika viene utilizzata tanto in esecuzioni solistiche, quanto in complessi strumentali. Spesso accompagna le voci dei cori,